Venerdì 26 novembre 2021, il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, e il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, hanno firmato nella sede del Quirinale il “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata”.

Il Trattato, subito definito “storico”, mira sostanzialmente a oltrepassare i contrasti emersi negli ultimi tempi fra i due paesi imperialisti in difficoltà.

Le contraddizioni inter-imperialiste si sono notevolmente acuite in Europa, in Medio-Oriente e in alcune aree del continente africano e fanno da sfondo a questo trattato in cui si definiscono le materie e il quadro che permettono ai due briganti imperialisti di estendere l’ingerenza politico-militare e di mantenere una posizione comune nella UE e all’ONU, fino a prefigurare accordi di tipo protezionistico nonché a difendere le rispettive aree d’influenza, specialmente in Libia dove si va rafforzando la presenza ingombrante di paesi come la Russia, la Turchia e l’Egitto.

I punti salienti dell’accordo riguardano gli impegni al consolidamento della base industriale della difesa europea e alla cooperazione nel settore militare, industriale e spaziale. Rispetto a quest’ultimo punto, così scrive Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore: “C’è un accordo sullo spazio tra Italia e Francia che accompagna il Trattato del Quirinale. Riguarda i lanciatori che portano in orbita i satelliti. E’ stato firmato venerdì 26 novembre dai ministri Vittorio Colao (Innovazione tecnologica) e Bruno Le Maire (Economia) […] L’intesa, spiega una fonte autorevole, prevede nuovi investimenti dei due Paesi per rafforzare la competitività dei lanciatori Ariane 6 e Vega C, sviluppati il primo da ArianeGroup (azienda controllata da Safran e Airbus) nel Nord della Francia e in Germania, il secondo dall’italiana Avio a Colleferro.

“I ministri - dice il comunicato - riconoscono che lo spazio è un settore chiave per la competitività e costituisce un prerequisito per le capacità strategiche di entrambi gli Stati. L’accesso autonomo dell’Europa allo spazio deve essere conservato e rinforzato. L’intesa italo-francese sui lanciatori consolida la cooperazione tra i due Paesi [...], basata sui futuri lanciatori Ariane 6 e Vega C, affinché l’Europa possa svolgere in pieno il suo ruolo come leader in un settore in continua evoluzione. Questo accordo pone, in particolare, le fondamenta per una maggiore competitività sia della propulsione liquida, sia di quella solida grazie all’ottimizzazione industriale e alla cooperazione rafforzata concordata dai gruppi di lavoro».

Il Trattato dice poi anche che per l’accesso allo spazio Italia e Francia sostengono «il principio di una preferenza europea attraverso lo sviluppo, l’evoluzione e l’utilizzo coordinato, equilibrato e sostenibile dei lanciatori istituzionali Ariane e Vega”. C’è un richiamo alla cooperazione bilaterale “a livello industriale, scientifico e tecnologico, in particolare nel quadro della Ue e dell’Agenzia spaziale europea”.

L’articolo continua ricordando che “Il 19 marzo 2021 a Roma Le Maire aveva detto, dopo un incontro al Mise con il ministro Giancarlo Giorgetti: «Con Giorgetti abbiamo deciso di costituire un gruppo di lavoro italo-francese sui lanciatori spaziali. Sarà un accordo a tre Italia, Francia e Germania. Puntiamo a raggiungere un accordo con la Germania entro luglio». I tedeschi però non ci sono”.[1]

Ci sembra abbastanza evidente che la collaborazione tende, nel settore industriale, a realizzare il rinnovo del capitale costante (vedi la tanto stamburata “transizione digitale ed ecologica”), nell’affannoso tentativo di frenare la caduta tendenziale del saggio medio di profitto in presenza di una sempre più acuta crisi di sovrapproduzione e di una accresciuta difficoltà di valorizzazione del capitale in un teatro internazionale di feroce concorrenza fra paesi imperialisti.

L’accordo prevede inoltre impegni nel campo delle politiche di repressione degli antagonismi sociali, manifesti o sotterranei che siano, rafforzando la cooperazione nella predisposizione delle azioni comuni di “politica securitaria”.

Non c’è bisogno di sottolineare che ci troviamo di fronte all’ennesimo attacco alla classe proletaria: un accordo tra briganti che prevede un’ulteriore militarizzazione della società in funzione controrivoluzionaria e, non ultimo, il tentativo di guadagnare peso specifico in campo economico soprattutto nei confronti della Germania.

Ribadiamo ancora una volta che il nostro compito è sempre stato e rimarrà sempre quello di portare l’attacco prima di tutto all’imperialismo di “casa nostra” e di reagire in maniera organizzata a tutte le misure repressive messe in atto dallo Stato borghese contro la nostra classe lavorando, al contempo, al rafforzamento e al radicamento del partito rivoluzionario.

[1] “Trattato Italia-Francia. Che significa per l’aerospazio”, Il Sole 24 Ore, 27 novembre 2021

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