Nel testo teatrale di Bertolt Brecht L’eccezione e la regola, i personaggi (il mercante, la guida, il portatore), rappresentanti della borghesia mercantile, della classe media e del proletariato, sono in viaggio: percorrono deserti, attraversano fiumi, affrontano pericoli immensi. Durante il viaggio, il mercante, nella sua tenda, è stanco e rischia di morire di sete perché non ha più acqua nella borraccia: il portatore, che pure ha subito violente frustate e angherie per tutto il viaggio, spinto dalla pietà si reca nella tenda del mercante per porgergli la sua borraccia perché possa bere. Al che, temendo che il portatore voglia ucciderlo, il mercante rapidamente estrae la pistola e lo uccide. Il processo, richiesto dalla moglie del portatore, si conclude con la liberazione del mercante in quanto – sentenzia il giudice – “la regola è che il portatore, per la sua stessa condizione di sfruttato e anche per le offese subite, debba uccidere il mercante, la sua pietà non è prevista, è l’eccezione”: aspettandosi di essere ucciso, il mercante uccide il portatore “per legittima difesa”. Dunque, assoluzione piena per lui: giustizia è fatta!

Altra sceneggiatura (da Il Sole 24 ore del 5/9, p.22). La Corte di Cassazione boccia inesorabilmente il ricorso di una donna che, a causa del suo stato di bisogno, si è allacciata abusivamente alla rete elettrica “senza rompere o trasformare la destinazione del cavo elettrico”, dice la sentenza: dunque, senza devastazione della proprietà dell’azienda elettrica. Tuttavia, la frode viene confermata, perché l’allaccio abusivo alla rete in qualunque modo effettuato fa scattare l’aggravante (furto aggravato). E lo stato di miseria che ha spinto la donna? Be’, le condizioni presentate a propria discolpa dalla donna, sfrattata e priva di lavoro con una figlia incinta, “non hanno alcun valore”, afferma il giudice. La donna è colpevole: non si può invocare lo stato di necessità per un bene “non indispensabile” come l’elettricità. Per essere considerato “stato di necessità”, si sarebbe dovuto dimostrare la presenza di un rischio grave per la sua persona. Ma non c’era alcun pericolo, visto che non poteva utilizzare l’energia elettrica (!); anzi, che questa veniva utilizzata per uso domestico – ciò che, semmai, produceva agi e opportunità (!). Pertanto, l’imputata è condannata al pagamento delle spese giudiziarie e di 2000 euro da versare alla Cassa ammende. La legge borghese dice dunque: “Crepate di freddo, miserabili, tu, tua figlia e il bambino in grembo! Tornatevene nella vostra buia stamberga! L’energia elettrica è mia, quel calore che serve a riscaldare il vostro cibo è mio, non potete allacciarvi alla mia rete”. E che giustizia sia fatta!

Proletari, prendete nota. La giustizia o la fa la classe dominante o dovrete farla voi, prendendo il potere e instaurando rapporti economici e sociali ben diversi da quelli della giungla capitalistica!

 

Partito comunista internazionale

                                                                          (il programma comunista)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.