Dall'1 maggio al 31 ottobre 2015, Milano (ahinoi!) ospiterà un'esposizione mondiale sul tema "Cibo e alimentazione". Titolo ufficiale: "Milano Expo 2015 – Nutrire il Pianeta – Energia per la vita". Saranno presenti 145 paesi che esporranno le proprie produzioni agro-alimentari.

Occasione d'oro per intellettuali, economisti, politici (la sarabanda è già iniziata), che vomiteranno fiumi di parole e sprecheranno tonnellate di carta per riportare le chiacchiere nate tra bancarelle di frutta e verdura. Frasi del tipo "Sapori e profumi dal mondo", "Gran teatro del cibo", "Lotta alla povertà", "La Terra deve essere amata e non violentata", "Si rivedano le leggi di mercato" e, premendo sull'acceleratore, "Si stanno uccidendo i piccoli produttori", "Condanniamo i governi che impoveriscono chi lavora la terra", e via di seguito, saranno veri e propri motivetti, come quelli che ci entrano in testa al mattino mentre ci laviamo i denti e ci frullano poi per tutto il giorno.

In questo clima da gazzettino, non poteva mancare proprio lui... il gazzettiere più applaudito in queste circostanze di "solidarietà umana": il Papa. Nel messaggio inviato ai partecipanti all’incontro "Le idee di Expo 2015" tenutosi a Milano sabato 7 febbraio, Sua Santità ha sottolineato concetti forti, come: "No a un'economia dell'esclusione e dell'iniquità... Questa economia uccide... Questo è il frutto della legge della competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole... Attenzione: qui siamo di fronte solo alla logica dello sfruttamento... Rinunciate alla speculazione finanziaria..." (Corriere della Sera, 8/2/2015).

A detta di tutti gli osservatori, si è trattato di "parole forti": una grande sfida a tutti i potenti della Terra. Alla luce di tutto questo, noi, coinvolti dall'Expo (ci sarà il panino imbottito della Guyana o l'arrosto delle isole Figi...), avvertiamo una strana sensazione. Eh, sì... c'è qualcosa che non torna. Notiamo che nel sistema capitalistico i problemi del cibo e della fame via via aumentano, coinvolgono masse sempre più numerose, quasi una sfida alle parole di buona volontà. Pensiamo in particolare alla FAO, nata nell'ormai lontano 1945 con il nobile intento non solo di eliminare la fame nel mondo, ma anche di dare a tutte le popolazioni livelli nutrienti buoni, se non ottimi (sic!). Da allora, gli esperti della FAO non hanno fatto altro che contare e aggiornare (in crescita) i morti per denutrizione. Dopo 70 anni di attività, questa nobile organizzazione "umanitaria", concentrato del più ributtante cinismo, arriverà all'Expo portando una fotografia dell'attuale situazione: percentuali terribili di denutriti anche nelle zone più industrializzate, come America ed Europa. Qualche cifra, tanto per chiarirsi le idee: il 2014, ha visto un calo dell'1% nel volume delle vendite alimentari, diventando così il quarto anno negativo per consumo di cibo; sono coinvolti tutti i settori: -0,6% drogheria, -0,6% nel fresco; -1,8% nel freddo; -2,9% nelle bevande alcoliche e birra; crescita zero per l'orto-frutta. Confrontando il periodo gennaio-novembre 2013 con lo stesso del 2014, negli ipermercati si è visto un calo dell'1,8%, nei supermercati dell'1,4%; solo nei discount (dove si trova una gamma limitata di prodotti non di marca e a prezzi contenuti) c'è stata una crescita del 2,3%.

Ricordiamo ancora che la FAO, per mantenere il suo edificio parassitario, in tutti gli uffici espone un virtuale cartello: mors tua, vita mea! Basta così. Sistemiamo il timone e inquadriamo il problema: mai la merce sfamerà l’uomo!

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista)

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