Con il titolo pomposo de “L'Italia antiliberale dei maghi incantatori”, sul Corriere della Sera del 4 giugno u. s., Piero Ostellino si spende a dimostrare “Perché la retorica ideologica prevale sui fatti”. Ohibò, siam tutt'orecchi! L'augusto giornalista se la prende con tutti coloro che non ricordano che “i fatti son ostinati” (cita addirittura Lenin, al riguardo: bontà sua!), e tra costoro annovera chi si ostina a parlare del capitalismo “come fosse ancora quello della Rivoluzione industriale inglese, quando non solo i maschi adulti, ma i bambini e le donne lavoravano sedici ore al giorno”. Ahia!, ci siamo: speravamo in qualcosa di nuovo, e invece è la solita minestra rancida. “Sì, certo, allora le cose stavano così... Però adesso, il progresso... la tecnologia... la democrazia... ”. Varrebbe il conto di chiuderla lì, perché tali coglionerie le abbiamo sbeffeggiate, fatti alla mano, decine e decine e decine di volte. E invece andiamo avanti, di poche righe, per rilevare quello che è il metodo tipico dello scribacchino borghese – che se ne strafrega proprio di quei “fatti” che invece invoca. Leggiamo ancora (abbiate pazienza! è istruttivo): “Un capitalismo [quello della Rivoluzione industriale inglese – NdR] che aveva indotto Karl Marx a interpretare (erroneamente) il concetto di valore-lavoro – mutuato dall'economia classica (di Adam Smith e David Ricardo) – come plusvalore, sfruttamento e alienazione del lavoratore dal prodotto del proprio stesso lavoro”. Lasciamo perdere il guazzabuglio (“Ostellino, torni al posto: due meno meno”). Quello che c'interessa è il metodo, tutto racchiuso in quella prima, piccola parentesi: “(erroneamente)”. Ci si aspetterebbe la dimostrazione di quell'“erroneamente”, magari basata sui “fatti ostinati”, magari finalmente scevra di “ideologia”: in che senso Marx ha sbagliato, dove, come, perché... E invece, nisba, come si dice da qualche parte. Niente! Ipse dixit, e morta lì: Ostellino dice che Marx ha sbagliato e dobbiamo crederci, è pur sempre una penna del Corriere! Eccolo, il metodo dello scribacchino borghese: affermare e guardarsi bene dal dimostrare, tanto il pubblico è boccalone!

In effetti, vanno sempre a coppia (paghi uno e compri due), lo scribacchino e il boccalone: l'uno presuppone l'altro, l'uno “educa” l'altro, e viceversa. Lo scribacchino le spara grosse, il boccalone prende su e porta a casa: “Marx ha sbagliato. L'ho letto sul giornale”.

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°04 - 2012)

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