Riunione Generale di Partito. Data la situazione tuttora incerta, per quest’anno abbiamo deciso di suddividere la Riunione Generale di Partito in tre incontri da tenersi via internet. Il primo incontro è stato il 18 aprile e, al mattino, s’è aperto come al solito con un Rapporto politico-organizzativo che, oltre a fare sinteticamente il punto sulla situazione generale in cui si dibatte il modo di produzione capitalistico incapace di far fronte alla propria crisi (economico-sociale prima di tutto e poi anche sanitaria) e, di conseguenza, sulla condizione della nostra classe, ha toccato alcuni punti importanti relativi alla vita e al lavoro della nostra organizzazione, anche a fronte di avvicinamenti di forze giovani, spesso digiune di teoria e pratica rivoluzionaria. Oltre a sottolineare il crescere della repressione anti-proletaria e il senso e il carattere della militanza per noi, il Rapporto s’è soffermato sulla necessità di insistere sulla “prospettiva del comunismo” come unica e necessaria prospettiva di uscita dalla preistoria della nostra specie, e di farlo non con il ricorso sterile a slogan altisonanti, ma con la verifica, dati alla mano, dell’impossibilità del Capitale di far fronte alle (e soprattutto risolvere!) le proprie contraddizioni, che s’accumulano sempre più in maniera disastrosa) e con la riaffermazione di quelli che sono i lineamenti del comunismo. Sono seguiti i rapporti dalle sezioni, che hanno mostrato il buon lavoro che il Partito, pur con tutti i limiti di un lavoro del tutto controcorrente, sta facendo: un lavoro che oltre tutto ha risentito, nell’arco di quest’ultimo anno, della perdita di splendidi compagni. E si è fatto il punto delle collaborazioni alla stampa di partito. Il pomeriggio è stato invece dedicato totalmente al Rapporto politico, che ha avuto per oggetto la “definizione e critica comunista del lavoro nel modo di produzione capitalistico”, con lettura commentata di brani da Il Capitale, Libro Primo, Prima Sezione, Capitolo Primo, Secondo Paragrafo (“Duplice carattere del lavoro rappresentato nelle merci”); Libro Primo, Terza Sezione, Capitolo Quinto (“Processo lavorativo e processo di valorizzazione”); Libro Primo, Terza Sezione, Capitolo Sesto (“Capitale costante e capitale variabile”). Nei prossimi due incontri, si toccheranno altri due temi: Lavoro necessario e lavoro alienato e Lavoro produttivo e lavoro improduttivo.
Incontro sull’intervento “sindacale”. In margine al primo incontro della Riunione Generale 2021, è emerso il bisogno di un momento di condivisione delle esperienze fatte dal Partito in campo sindacale e sociale. Cosa che si è concretizzata il 9 maggio, con una mattinata iniziata con un breve quadro della situazione in Italia e in Germania e proseguita con l’esposizione delle varie esperienze (soprattutto nel campo della scuola), la sottolineatura del senso del nostro intervento e la concretizzazione di un lavoro collettivo di raccolta ed elaborazione di dati sulle lotte nel mondo.

Berlino. Nonostante la ben nota situazione, il 25 marzo u.s., nella nuova sede berlinese, la nostra sezione ha tenuto un incontro pubblico sul tema “La campagna bellicista democratica – La guerra imperialistica e la sua preparazione ideologica”. Il tema è stato scelto per controbattere le illusioni democratiche secondo le quali, dopo la vittoria elettorale di Biden negli Stati Uniti e in vista delle elezioni nazionali in Germania quest´anno a settembre, un cambiamento dei governi o del personale politico potrebbe cambiare la situazione mondiale – mentre non cessano i conflitti fra le principali potenze imperialiste, le innumerevoli guerre locali e regionali, la carneficina in Siria e altre parti del mondo. Illusioni pericolose secondo le quali questo governo sarebbe bellicista e un altro più pacifico, che la politica in generale o le guerre in particolare siano il risultato della politica di un individuo malvagio! In previsione delle elezioni, come adesso in Germania, queste illusioni molto vivaci: così, nella „sinistra diffusa”, si spera nella vittoria di un’alleanza “di sinistra“ fra i Verdi, la socialdemocrazia e il partito “di sinistra“, per “un mondo migliore”. A differenza dei “buonisti”, noi sappiamo bene che è la società capitalista, con le sue contraddizioni, con la sua incapacità di risolvere la crisi economica strutturale, a produrre giorno dopo giorno gigantesche devastazioni, guerre e attacchi continui alle nostre condizioni di vita e lavoro. E sappiamo anche che non sarà questo o quel governo a „salvarci“, mentre siamo noi che ci dobbiamo difendere, lottare, lavorare per la restaurazione della nostra organizzazione rivoluzionaria – il nostro partito comunista. Al rapporto è seguita una discussione interessante con i partecipanti (pochi, a causa della situazione attuale). L’argomento dell’incontro verrà ripreso in un articolo per la nostra stampa internazionale.
Il 29 aprile, altro incontro pubblico sul tema: “Come ci possiamo organizzare contro gli attacchi in preparazione da parte dello stato e del capitale?”. È chiaro che l’attacco alla nostra classe è già in corso, come conseguenza immediata della situazione creatasi con la pandemia: repressione e violenza crescente da parte dello Stato contro le lotte della nostra classe (scioperi, manifestazioni e cortei), licenziamenti, tagli dei salari, un crescente carico di lavoro (in particolare nel settore sanitario, ma non solo!). Ma è importante capire che il Covid-19 ha avuto un ruolo di catalizzatore e acceleratore della crisi capitalista già in corso prima. In altre parole: la maggioranza delle "conseguenze della pandemia” in realtà sono le conseguenze di una società già in profonda crisi (come lo sono la repressione e il tentativo disperato di impedire ogni tipo di resistenza della nostra classe). Da una parte, la classe dominante e la sua ideologia non sono capaci di comprendere questa realtà per loro „impensabile“ e credono davvero che sia il virus a colpire l’economia capitalista; dall´altra, la pandemia viene usata abilmente come pretesto per affasciare i proletari intorno allo Stato e per pianificare altri attacchi sociali contro di noi. E poi c´è un altro punto: le misure economiche (le spese gigantesche dei governi, l´indebitamento degli Stati, le misure per rilanciare l’economia ecc.) si possono chiamare "fuoco di paglia“: per questo, la situazione economica attuale appare ancora più o meno solida, almeno nei paesi economicamente forti come la Germania. Al contrario, noi ci aspettiamo, a media scadenza, disgregazioni assai più serie. Vale dunque quello che diciamo sempre: anche se mancano strutture sindacali combattive, non c´è un´alternativa all’organizzarsi, al lottare, al prendere in mano il nostro destino, invece di aspettarsi che lo facciano questo o quel partito borghese, questo o quel bonzume sindacale, ecc. La nostra prospettiva è chiara: lottare per il comunismo, organizzarsi nel partito comunista! Abbiamo discusso tutto ciò con i partecipanti all’incontro e lo dobbiamo sempre ribadire nel nostro lavoro e nei nostri testi.
In anticipo sul del Primo Maggio, il 30 aprile alle 17, abbiamo poi partecipato a un corteo di circa 2.500 persone, dietro lo striscione “Von der Krise zur Enteignung” („Dalla crisi alla espropriazione“). Il tema era la „questione delle abitazioni“, gli affitti in crescita senza fine. C’erano molti ragazzi giovani e fra loro abbiamo diffuso il nostro volantino per il Primo Maggio, "Reagire alla paura, al caos sociale e sanitario, allo sfruttamento intensificato e alla crescente repressione statale“ e discusso con alcuni di essi. La mattina del Primo Maggio, alle 11, in tutta la Germania, i sindacati di regime hanno quasi rinunciato a tenere manifestazioni o cortei. A Berlino, normalmente c´è un corteo dominato dei sindacalisti di sinistra e dai gruppi della “sinistra diffusa”, e poi una grande manifestazione al Brandenburger Tor, che non è altro che una festa popolare con salsiccia arrosto e prediche domenicali da parte dei bonzi sindacali – una vera e propria alternativa… all’Oktoberfest!… Ma quest´anno c’è stato solo il corteo, senza i würstel sindacali, ma con 2.000 partecipanti e lo slogan: “Nicht auf unserem Rücken – Gewerkschaften und Lohnabhängige in die Offensive! Demonstration am 1. Mai: Gemeinsam gegen die Krise!” (“Non sulle nostre spalle – sindacati e lavoratori vanno in offensiva – corteo per il Primo Maggio – insieme contro la crisi). Anche fra loro abbiamo diffuso i nostri volantini e fatto qualche discussione interessante. È seguito un corteo con biciclette, con più di 10.000 partecipanti, una specie di “azione di scherzo” per andare a vedere le ville dei bonzi nel quartiere Grunewald, prima della espropriazione e prima di… reintegrare i bonzi nella società!
Alle 18, c’è stato il grande corteo „Revolutionäre 1. Mai Demonstration“, con 20.000-25.000 partecipanti, che è sfilato per circa un’ora, durante il quale abbiamo diffuso i nostri volantini. In Germania, per tutti i cortei e le manifestazioni adesso c´è l’obbligo di rispettare le misure anti- Covid (distanza, mascherine ecc.). Mentre i negazionisti, a volte con la notevole partecipazione della destra estrema, in maggioranza scendono in piazza senza mascherine e non hanno mai avuto grandi problemi con le „forze dell’ordine“, già prima di questo appuntamento era ben chiaro che il Covid viene usato come scusa per attaccare con violenza i manifestanti (ben prima della pandemia, con pretesti assurdi, venivano bloccati i cortei e presi a manganellate i contestatori). E così è successo: il corteo non era ancora partito, che già i dirigenti delle “forze dell’ordine” individuavano il luogo adatto per frantumarlo, un’azione bene documentata dalle foto. Mentre il corteo sfilava, gli sbirri hanno prima fermato un settore della parte finale del corteo; poi, con il pretesto dell’assembramento e della poca distanza, hanno manganellato interi cordoni e hanno bloccato e disperso tutto il settore, picchiando duramente non poche persone (alcune hanno perso coscienza!). Nel corso di quest’aggressione, gli sbirri anche hanno cominciato ad attaccare, con la stessa violenza, le prime file del corteo. A quel punto, sono scoppiati disordini, immondizia e qualche macchina sono state bruciate, mentre gli sbirri venivano ricacciati indietro da lanci di sanpietrini e tutto quello che era a portata di mano. Gli scontri sono durati quasi tre ore e infine la situazione s’è normalizzata. Dalle altre città in Germania (p.e. Amburgo, Francoforte, ma anche città più piccole), sappiamo che è successo lo stesso. Anche se non c´era un „grande piano“ di violenza poliziesca contro i cortei del Primo Maggio, era ben chiaro che si trattava di un’azione concertata fra gli sbirri e i governi locali per usare il Covid come pretesto per reprimere e criminalizzare (sia giuridicamente sia con schifose pubbliche campagne dei media) le proteste del Primo Maggio.

 

 23/06/2021

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