Come abbiamo ricordato in un altro articolo, i disordini scoppiati a Londra e in altre città britanniche hanno suscitato le lamentazioni di tutti i benpensanti, scandalizzati per le distruzioni, i furti, la rabbia. Poco rilievo hanno invece avuto le “contromosse” dello Stato, che non si è limitato a reprimere (come gli compete, in quanto braccio armato della classe al potere) i moti nelle strade, a picchiare e arrestare chi girava con il cappuccio rialzato o usciva dai negozi con merci rubate (ma ogni merce non rappresenta di per sé un furto di lavoro non pagato?!). Troppo poco, per uno Stato che si rispetti. E allora, oltre al manganello, giù con l’altra arma tipica dello Stato borghese: il terrorismo. Che non fa bozzi in testa e non lacera il cuoio cappelluto, ma “picchia” in modo diverso e fors’anche più sottilmente efficace, dal punto di vista del mantenimento dello status quo (e dunque dello stato di dominio di una classe su un’altra). I due adolescenti che, ipnotizzati dal canto delle sirene dei social network, si sono lasciati andare a scrivere frasi del tipo “Tutti nel quartiere X a sfasciar tutto!” (frase idiota, se vogliamo, ma nulla al confronto del florilegio di mostruosità vomitate dai rappresentanti della dittatura di classe, in secula seculorum: la scelta è infinita, oltre che nauseabonda), bene, quei due adolescenti sono stati condannati a quattro anni di carcere. Non basta: il terrorismo di Stato si è spinto fino a sloggiare dalle case del comune (a Londra e forse anche in altre città) le famiglie dei ragazzi arrestati durante gli scontri, ritenute chiaramente responsabili di quanto successo, in base a un’analisi sociologica che più miserevole e miserabile di così non si può. Chi dunque avesse ancora dubbi sulla sostanza fascista della democrazia (quella inglese, poi!) è servito di barba e capelli! Chi ancora si trastulla con l’idea pellegrina che lo Stato è al di sopra delle parti, è pregato di togliersi dai piedi!

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°05 - 2011)

 

 

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