DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Roma, 8 Ottobre 1922

Comitato Esecutivo

Al Comitato Esecutivo dell’I.C.

Copia per Zinoviev

Copia per Gramsci

Mosca

 

Cari compagni,

la situazione creata dalle iniziative dell’Internazionale in occasione del Congresso socialista vi sarà esposta dal vostro rappresentante Racosy.

La nostra opinione vi è ben nota.

Il nostro atteggiamento purtroppo non potrà essere quello di una solidarietà spontanea con le direttive dell’Internazionale. Il disaccordo è troppo forte, verte su tutta la politica del partito, e sul modo che noi l’abbiamo eseguita fino ad oggi.

Ci asteniamo, ormai, da ogni polemica. C’è una questione di organizzazione: non possiamo rispondere della direzione del partito, nella situazione in cui siamo stati messi: compagni ed avversari sanno benissimo che si vuole realizzare una tattica che è contraria all’insieme delle nostre vedute sui compiti generali del partito. Certe azioni, di cui si siamo lamentati col vostro delegato, hanno contribuito a rovesciare i rapporti di organizzazione del partito, il quale vede chiaramente che si lavora al fine di distruggere l’opera della sua Centrale. Una situazione simile autorizza gli uni ad ogni forma di indisciplina, getta glia latri in uno stato d’animo di incertezza e di delusione.

Grandi questioni politiche all’ordine del giorno si impongono al partito, ma noi non sappiamo su quale base risolverle: le prossime elezioni politiche, la lotta contro la reazione, i grandi congressi sindacali. L’Internazionale non ha visto, in primo piano, che la necessità di dirci: unitevi ai massimalisti. Essa ha messo in cantiere l’apparato del partito nel momento in cui bisognava disporne per la manovra rivoluzionaria.

Sarebbe troppo lungo insistere sui dettagli di una tale situazione, veramente penosa. Noi faremo tutto il nostro dovere per resistere, e per evitare delle conseguenze spiacevoli per il movimento. Ma ci consideriamo come dimissionari politici che restano al loro posto per gli affari correnti.

È necessario un intervento diretto dei rappresentanti qualificati del Comintern, responsabili per tutti i problemi all’ordine del giorno, e per i quali sono state respinte tutte le soluzioni che avevamo creduto di poter indicare.

Alleghiamo a questa lettera il verbale di una seduta con i vostri rappresentanti, in cui si tratta la questione della Commissione comune con i socialisti.

Poiché costoro hanno annunciato nella loro stampa la costituzione della Commissione, noi pubblicheremo il nostro comunicato, di cui si parla nella discussione.

Con saluti comunisti,

p. il Comitato Esecutivo

A. Bordiga

 

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