DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

(originale in francese)

 

Al presidente della Commissione per la questione italiana

 

La delegazione del Partito Comunista d’Italia propone, in merito alla fusione con il P.S.I, le seguenti condizioni:

1) Prima di procedere alla fusione, il P.S.I. deve espellere dalle sue file la frazione Vella.

2) Il Comitato Centrale del P.C.I. si riserva il diritto di presentare all’Esecutivo dell’Internazionale, al fine di escluderli, una lista di iscritti al partito socialista che, per ragioni di indegnità personale, non possono essere membri di un qualsivoglia partito proletario.

3) Tutti coloro che sono stati membri del Partito comunista d’Italia, e che, in seguito a dimissioni o ad espulsione, sono rientrati nelle file del partito socialista, non possono essere ammessi nel partito comunista.

4) Tutti gli elementi non operai entrati nel P.S.I. dopo la scissione di Livorno si trovano nelle stesse condizioni dei nuovi ammessi, secondo le disposizioni dello statuto del P.C.I.

5) Il comitato sindacale massimalista deve immediatamente pronunciarsi nettamente sulla questione “Mosca o Amsterdam?” mediante pubblicazioni in tutta la stampa proletaria, assumendo un atteggiamento molto netto su questa questione nel movimento sindacale.

6) La riorganizzazione del movimento cooperativo che seguirà alla fusione dei due partiti sarà condotta a termine secondo i princìpi organizzativi e le disposizioni già fissate in questo campo dal P.C.I.

7) Il Gruppo parlamentare massimalista, come pure i consiglieri comunali e provinciali, saranno sottoposti ad una revisione, in base alla quale il P.C.I., d’accordo con l’Esecutivo internazionale, potrà ritirare il mandato a tutti coloro che crederà opportuno.

8) Il comitato centrale del partito unificato sarà composto sulla seguente base: 2/3 ai comunisti, 1/3 ai socialisti.

9) Il P.C., d’intesa con l’Esecutivo dell’I.C., avrà il diritto di opporre il suo veto all’accesso negli organi direttivi di tutti coloro che crederà opportuno.

10) Il principio dell’omogeneità dovrà essere rispettato nella costituzione degli uffici esecutivi del partito.

11) La fusione tra le federazioni e le sezioni dei due partiti avverrà sulle stesse basi che per gli organi centrali.

12) Il comitato centrale del partito unificato avrà il diritto di emanare disposizioni particolari per speciali situazioni locali.

13) Il personale delle redazioni dei giornali del partito sarà composto di elementi comunisti. Per la stampa locale, tutte le pubblicazioni ebdomadarie o periodiche del P.S.I. saranno assorbite dagli organi corrispondenti del P.C.I.

Dove non c’è che un organo socialista, questo diverrà un organo comunista, con modificazione del titolo se necessario.

 

Aggiunta del 26 novembre

(in APC 69/108)

 

Al Presidente della Commissione italiana.

Fra le condizioni presentate dalla Delegazione italiana per la fusione del P.C.d’I. col P.S.I. è stata omessa per errore materiale la condizione seguente:

La procedura d’ordine organizzativo per la fusione deve avere inizio dopo il Congresso del P.C.d’I.”.

 

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