C’è mai stata via di scampo per chi si fa pecora in mezzo ad un branco di lupi affamati? Eppure, gli “istruttori di belati” continuano nella loro impresa di trasformare i lupi proletari in pecore. Anche in questa situazione di crisi, e approfittandone, la cagnetta Marchionne, protetta dal suo branco, può impunemente ringhiare: “se faccio rientrare i 19 della Fiom, ne licenzio altri 19!!” E gli istruttori sindacali, gli opportunisti politici di tutte le risme, trascinandosi dietro una massa di lavoratori ridotti all’impotenza, che fanno? Senza che un movimento di lotta duro, intransigente, sia stato lanciato, senza che uno sciopero a oltranza e a tempo indeterminato abbia potuto ricacciare in gola la provocazione, il ricatto di Marchionne, belano: “Atto illegale! Violata la Costituzione! Eliminazione del Dissenso, del Diritto, della Pari Dignità dell’Impresa e del Lavoro! Attacco alla Libertà e alle Leggi!”

La classe operaia, che un tempo, prima che fosse venduta alla Democrazia, al Fascismo e allo Stalinismo, sapeva che ogni atto “illegale” dei padroni è ben protetto dalla Loro legge, che la Costituzione è l’espressione più pura delle Leggi antiproletarie, che il Diritto appartiene solo alla classe dominante, che “la pari dignità dell’impresa e del lavoro” era ed è tipica espressione delle corporazioni fasciste, che la “libertà” degli schiavi salariati è solo il marchio impresso a caldo dai borghesi e dai loro servi sulla pelle operaia, viene trasformata in massa belante.

Che Cisl e Uil abbiano da sempre, fin dalla loro fondazione, come loro scopo l’attività di crumiraggio, che la Cgil “resistenziale” rappresenti le masse operaie “nazionalizzate”, che oggi tutte le grandi corporazioni sindacali italiane siano figlie del “Libro e Moschetto”, non c’è alcun dubbio. In 60 anni hanno desertificato l’esperienza, la lotta, la stessa memoria della classe. Non resta più nulla, se non un’estrema paura che porta al suicidio, una solitudine che pesa dannatamente sulle generazioni presenti che saranno spinte verso un nuovo conflitto mondiale: non resta che il crumiraggio, l’atto di tradimento nei confronti dei propri compagni di galera.

Crumiraggio, solitudine e paura significano sfruttamento crescente, accettazione di ritmi di lavoro estenuanti, salari di fame, tempi di lavoro accresciuti, precarietà, disoccupazione, straordinari, Crumiraggio, solitudine e paura significano accettazione del suicidio, degli assassinii sul lavoro, delle cosiddette malattie professionali, del sacrificio di sé e dei propri figli, della distruzione di quel che resta della nostra umanità di specie, difesa solo dalla classe operaia. Crumiraggio, solitudine e paura significano accettazione di una “libertà operaia”, che non esiste per chi è merce di scambio. Significano l’illusione di potersi rappresentare come… uguale al padrone. Significano l’individualismo credulone che ritiene una perdita di tempo lavorare all’organizzazione collettiva di difesa e pensa invece di… autodifendersi rivolgendosi agli avvocati, che respinge ogni concetto di solidarietà perché è più facile la raccomandazione dei manager sindacali e politici, che non si cura degli obiettivi collettivi della sua classe, che pretende di sottomettere gli altri compagni al proprio tornaconto quando è sotto il torchio, che delega le proprie condizioni di vita e di lavoro a puri affaristi, burocrati e nemici di classe.

Nessun destino di distruzione e di sconfitta pesa sulla vita della nostra classe: chi nel proprio cuore accetta la distruzione e la sconfitta come se fosse un destino è già trasformato in preda, pronto ad attaccare i suoi compagni di lavoro pur di salvarsi. 

 

Partito Comunista Internazionale

(il programma comunista n°06 - 2012)

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