Circa trecento operai e operaie morti nell’incendio di una fabbrica tessile a Karachi (Pakistan), altri 25 nell’incendio di una fabbrica di scarpe a Lahore (sempre Pakistan), 14 operaie vietnamite (immigrate clandestine) nell’incendio di un laboratorio di confezioni a Egorevsk (vicino a Mosca, dove, in aprile, altri 17 lavoratori immigrati erano morti nell’incendio della baracca dove dormivano): sono le cifre più recenti (settembre) del tremendo olocausto proletario che continua da secoli, da quando è apparso il modo di produzione capitalistico con le sue ferree leggi economiche – la produttività, il profitto. Ritmi forsennati, orari pazzeschi, ambienti di lavoro indescrivibili, lavorazioni dannose, misure di sicurezza inesistenti, sfruttamento pari al ricatto, schiavitù salariale: questa la realtà, ieri come oggi.

 Proprio cent’anni fa, nel marzo 1911, nel cuore di Manhattan (New York), nell’incendio di una fabbrica d’abbigliamento morivano 146 operaie, quasi tutte immigrate: porte sbarrate per impedir loro di uscire prima del tempo e tener fuori gli agitatori sindacali, scale antincendio impraticabili, misure di sicurezza inesistenti – una trappola mortale, come a Karachi, come a Lahore, come a Egorevsk, come nelle decine e decine di “tragedie” simili verificatesi in Cina con frequenza sempre maggiore negli ultimi anni, come nelle miniere di Ribolla nel 1945, di Marcinelle nel 1956, nelle decine e decine di miniere negli Stati Uniti, in America Latina, in Africa, come alle acciaierie della Thyssen-Krupp di Torino nel 2007 – inutile elencare luoghi, dati, cifre di una storia secolare e infame di sangue proletario. Il capitalismo continua a uccidere: non c’è paese ultra-sviluppato o arretrato che sia immune da questa strage, perché ovunque domina il modo di produzione capitalistico. E finché esso dominerà, gli omicidi bestiali di proletari continueranno, sempre più numerosi, perché sempre maggiore è la fame di plus-lavoro di questo vampiro. Bisogna piantargli il paletto acuminato nel cuore prima che sia troppo tardi!

 

Partito Comunista Internazionale

(il programma comunista n°05 - 2012) 

 

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