Quaderno n°6. Il “terrorismo” é stato e sarà uno dei banchi di prova del marxismo. Esso ha mostrato e mostrerà la serietà dei rivoluzionari di fronte ad un fenomeno, che presenta uno degli aspetti più decisivi della lotta di classe, soprattutto allorché si manifesteranno al massimo grado la violenza e il terrorismo del proletariato rivoluzionario contro la borghesia e viceversa. Su questi fenomeni la risposta dell’opportunismo, quando non agisce apertamente contro il proletariato, si limita a “deplorare” la presenza della violenza nella lotta di classe. Distinguendo genericamente tra violenza collettiva e violenza individualistica, l’opportunismo nega la violenza collettiva rivoluzionaria di classe. Il terrorismo individualistico fu definito, per sua natura, piccolo borghese, per origini sociali e ideologiche. Condannarlo è possibile alla sola condizione di non mettersi sul terreno dell’equidistanza di fronte a fenomeni che mettono faccia a faccia lo Stato borghese, le sue istituzioni e le sue leggi e chi vi si ribella. Il testo,valutati i criteri fondamentali di una visione marxista del fenomeno terrorista, riprende alcune formulazioni di principio di Lenin, segue “la prova generale” della prima rivoluzione in Russia del 1905 fino alla sua conclusione nell’Ottobre. Prosegue in Appendice con lo scritto: “ Forza, violenza, dittatura nella lotta di classe” (1946-’48)
PDF Il terrorismo e il tormentato cammino della ripresa generale della lotta di classe
Sommario
Premessa
- I criteri fondamentali di una valutazione marxista del fenomeno
- Una serie di risposte insufficienti
- Da Lenin, alcune formulazioni di principio
- Una lunga lotta su due fronti
- La rottura, prima
- Il superamento, su un piano infinitamente più alto,
- del terrorismo individualistico, poi
- La “prova generale” del 1905
- Punti conclusivi
- Origini e forme specifiche del terrorismo individualistico
- Incompatibilità fra marxismo e terrorismo individualista
- “Legame con le masse” e “partito combattente”
- Nella luce dell’Ottobre