Alla Delegazione del PCI

 

Cari amici,

la situazione della questione italiana al Congresso è tale che noi crediamo nostro dovere dirvi apertamente e da buoni compagni ciò che segue:

La Grande Commissione del Congresso ha dichiarato all’unanimità di essere per principio per la fusione del PCI e del PSI. Non c’è dubbio che anche il Congresso approverà all’unanimità questa decisione. Questo è un fatto del quale non potete non tener conto. Le vostre opposizioni sono già state sentite. Ma il Congresso deciderà – è questo del tutto chiaro – altrimenti.

Ora tutta la questione consiste in ciò: come passerà questa questione al Plenum del Congresso, e se da parte vostra non saranno commessi tali errori che potrebbero fiaccare le posizioni dei Comunisti italiani verso gli elementi massimalisti. Questo sarebbe molto triste. Se gli oratori della vostra maggioranza anche al Plenum vorranno ostinatamente parlare contro la fusione, questo solo rafforzerà la posizione di quei massimalisti i quali meno di tutti si dovrebbero rafforzare. Lo spettacolo sarà assolutamente indesiderabile.

Al CE dell’Internazionale Comunista sarà reso difficile l’appoggio del PCI durante e dopo la fusione. Il PCI sarà del tutto isolato. Il danno politico sarà enorme. L’errore sarà irreparabile. Il nostro consiglio: voi potete al Congresso fare una breve dichiarazione, che la maggioranza della vostra delegazione era contro la fusione e ne ha già portato le ragioni, ma dovrete contemporaneamente dichiarare che, siccome la Commissione ha deciso altrimenti, voi accettate questa decisione, e la attuerete coscientemente. Se farete questo, ci darete la possibilità di rivolgere tutta la polemica contro la posizione del PSI, e la prospettiva non sarà invertita.

Il nostro dovere è di avvertirvi contro un enorme errore politico. Aspettiamo una vostra sollecita risposta.

Per incarico del CC del PCR

Lenin, Zinoviev, Trotzky, Radek, Bucharin

 

[La maggioranza della Delegazione italiana rispose con la seguente lettera]

 

Mosca, 24 novembre 1922

Al Comitato Centrale del PCR – Mosca

Cari compagni,

riceviamo la lettera di oggi firmata da Lenin, Zinoviev, Trotzky, Radek, Bucharin. Prendere la parola nel Plenum del Congresso sulla questione italiana sarebbe un dovere per la rappresentanza del Partito Comunista d’Italia. Davanti all’Assise suprema dell’Internazionale Comunista il nostro intervento dovrebbe portare la difesa di tutta la nostra attitudine durante due anni di lavoro e di lotta per il comunismo, su una linea e con un metodo nei quali noi crediamo più che mai, e il cui sviluppo conduce alla opposizione più netta alla fusione che l’Internazionale Comunista sta per deliberare.

Noi siamo d’avviso che le critiche al nostro contributo alla lotta internazionale rivoluzionaria sono quasi tutte, non solamente ingiuste, ma spesso fondate su malintesi di fatto.

Noi sappiamo che nelle riunioni delle Commissioni si sono discussi i nostri argomenti e le nostre proposte generali per lo sviluppo dell’azione comunista in Italia con l’ampiezza che sarebbe stata necessaria.

La nostra convinzione non è per niente scossa. Lo dichiariamo apertamente. Ma un passo del nostro partito fratello della Russia non è per i comunisti italiani senza valore.

Comprendiamo che si tratta di fare forza su noi stessi e di rompere noi stessi la linea legittima del nostro contributo alla lotta dell’Internazionale, condotta fino ad oggi con slancio entusiastico, che d’altronde non sarebbe né vorrebbe essere confuso con una testardaggine volgare.

Noi prendiamo davanti al nostro partito la responsabilità di ritornare sulla risoluzione già presa. Dopo il vostro invito, il vostro fraterno consiglio, noi vi dichiariamo che la rappresentanza della maggioranza del PCI tacerà. Essa non sosterrà le opinioni che voi conoscete, della giustezza delle quali resta convinta.

 

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