In teatro si dice che quel che conta sono i tempi: le battute al momento giusto, le entrate e le uscite di scena al momento giusto. Non c’è dubbio che, nel gran teatro di marionette che è lo scenario borghese, questa regola non scritta sia stata rispettata alla lettera, ai primi di maggio. Un giorno si beatifica il Buono (papa Woytila), il giorno dopo si elimina il Cattivo (Osama Bin Laden): chi entra e chi esce, tutto quadra, lo spettacolo funziona a meraviglia, grandi battimani, c’è ancora speranza! Resta un problema: di Buoni è pieno il Paradiso, ce n’è una vera sovrapproduzione, ma i Cattivi vanno scelti e preparati con cura, devono avere – come si dice sempre in teatro – il physique du rôle: è una parte che non si può sprecare. Insomma, ci vuole un Riccardo III, un Cattivo Cattivo. Ora, con Osama Bin Laden fatto fuori e Gheddafi traballante, chi sarà il prossimo? In fondo, quei due appartenevano a un’altra epoca, venivano da un’altra scuola di recitazione: ci vorrà invece adesso un Cattivo all’altezza degli anni che si preparano. “Cattivo cercasi, per la messinscena dello scontro interimperialistico prossimo venturo”: i talent scouts saranno sguinzagliati, i provini saranno incessanti, non sarà facile trovare un Cattivo che non faccia rimpiangere quelli del passato. Ma il Cattivo giusto si trova sempre, quando serve: lo si fabbrica, lo si mette insieme con i pezzi come il mostro di Frankenstein. E, al momento giusto (i tempi! Sempre i tempi!), eccolo lì, a riempire di sangue e di terrore palcoscenico e platea.
Ma per quanto ancora il proletariato mondiale continuerà a far da spettatore, in questo Grand Guignol borghese?
Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°03 - 2011)