Ci giunge notizia che due case editrici in cerca di notorietà (leggasi: pecunia, grana, baiocchi, schei, cumquibus) hanno tentato la via dello scoop ripubblicando due nostri testi usciti originariamente sulle pagine di questo giornale, negli anni ’50: Struttura economica e sociale della Russia d’oggi e Mai la merce sfamerà l’uomo  – il primo, un’analisi dettagliata (storica, politica, economica) delle vicende legate alla rivoluzione d’Ottobre, alla controrivoluzione staliniana e a ciò che ne conseguì; il secondo, una ripresa (di fondamentale importanza) dei principali problemi relativi alla “questione agraria” e alla “teoria della rendita” secondo Marx. Li ripubblicano, come si conviene a due borghesissime case editrici, attribuendoli a un “autore singolo” (Amadeo Bordiga), e proprio in questo cercano lo scoop: chissà mai che, in quest’epoca di dissesto ideologico e disorientamento politico, non si scopra il “filone d’oro” del... bordighismo.

Qualcuno dirà: “Be’, ma così le vostre posizioni vengono diffuse. Non dovreste essere contenti?”. Caro qualcuno, quei testi sono nati come lavoro collettivo di partito, e proprio in quanto tali sono importanti, e non solo per le analisi teoriche, storiche, economiche e politiche che contengono: perché rivendicano e riaffermano la necessità della restaurazione del marxismo, da attuarsi non nell’isolamento della propria stanzetta-studio individuale, ma nella battaglia per il restauro del partito rivoluzionario come organizzazione di combattimento, teorica e pratica. Sono testi anonimi e collettivi, legati alla totalità del lavoro di partito entro cui si collocavano e sono tuttora collocati. Ripubblicarli nel segno dell’“autore singolo”, della “grande personalità”, del “pensatore isolato” che manifesta al mondo le proprie “opinioni personali” (da mettere poi sullo scaffale della libreria accanto ad altre “opinioni personali”), significa a) non capire nulla del marxismo (ma di questo non si può certo incolpare due borghesissime case editrici!), b) lavorare contro la prospettiva rivoluzionaria entro la quale quei testi sono nati e si situano, ieri, oggi e domani.

Significa, in una parola, cercare di premunirsi contro la possibilità che da “armi della critica” essi diventino “critica delle armi”. Altro commento sarebbe superfluo.

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°03 - 2009)
 

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