Il continente asiatico: la Cina


Sono qui raccolti gli articoli di Programma Comunista dal 1953 ad oggi sulla Cina, il grande continente asiatico. Essi rappresentano più di mezzo secolo di storia e di critica politica della borghesia cinese e del suo Stato sotto la mentita maschera comunista. Il passato della Cina prima del XX secolo (le forme economiche e sociali precapitaliste) viene esaminato in: "Peculiarità dell'evoluzione storica cinese" a partire dagli anni settanta. La vicenda controrivoluzionaria staliniana che si impose in Cina e permise al maoismo di affermarsi dopo il massacro di Shangai e Canton del 1926-'27 domina con la straordinaria lotta proletaria gli avvenimenti che precedono la guerra cino-giapponese. Più di un secolo di maoismo, lo stalinismo russo in salsa cinese, viene avanti prima attraverso la "lunga marcia" prima del conflitto mondiale e poi dopo il secondo. Il travagliato passaggio della guerra contro il Giappone e poi il conflitto coreano nell'immediato dopoguerra, condotti entrambi dalla potenza imperialista americana, consentono al capitalismo cinese nascente di svilupparsi e diventare un gigante imperialista alla fine del secolo. Gli articoli si snodano attraverso quel periodo critico che fu chiamato Rivoluzione culturale cinese (espressione della dinamica borghese) che tanta ammirazione ebbe tra le sinistre staliniste in Europa e attorno alle vicende della guerra americana contro il Vietnam, che permise di rilanciare il mito del terzomondismo e del "sostegno ai popoli oppressi" (l'antimperialismo piccolo borghese che dilagò in tutto il mondo dall'America latina all'Africa). Il lungo studio su " Che cosa  resta del marxismo nel pensiero di Mao?" mette in evidenza la derivazione del "marxismo cinese" in parte da una base sovrastrutturale autoctona (razionalismo confuciano) e dall'altro dal positivismo socialdemocratico della borghesia europea. Gli articoli seguono lo scontro ravvicinato russo-cinese, la centralizzazione nazionale sulle popolazioni periferiche (dal Tibet alla Manciuria allo Xinjiang) e lo sviluppo straordinario del capitalismo ( o come viene chiamato "socialismo di mercato"). La proletarizzazione massiccia e la fuga dalle campagne, l'industrializzazione forzata e l'imperialismo finanziario, i contrasti commerciali e nazionali che si vanno aprendo con il Giappone, il contezioso nazionale con Taiwan, la crisi di sovrapproduzione che dilaga ovunque, gli scioperi sempre più frequenti, la riduzione del prodotto interno lordo cresciuto a livelli a due cifre degli anni passati, l'inflazione crescente, la miseria dilagante della classe operaia nel mezzo di una crescita straordinaria delle classi medie e dei ceti parassiti sono il segno della catastrofe bellica imminente.

 

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