Costumi fascisti A. Bordiga (La Correspondance Internationale, n. 4, III, 2 febbraio 1923)

Pubblicato: 2021-11-29 12:13:56

Alcuni fatti per caratterizzare i costumi dell’Italia fascista. Riforma della polizia e dell’amministrazione, diritti politici civili, diritti della stampa…

La vita in Italia è, assolutamente in tutti i campi, dominata dal fascismo che pretende di essere un fattore di rigenerazione.

Il fascismo vuole che non si parli d’esso che con rispetto. Dopo le perpetue esitazioni dei governi democratici, esso ha restituito allo Stato il suo carattere sacro. È la formula ufficiale: il regime è di ferro.

Di ferro? Diamo qualche schizzo dei suoi nuovi metodi e dei suoi risultati.

A Torino, Napoli e in altri luoghi la guardia regia, forza di polizia di Stato, scontenta di doversi fondere con i carabinieri, si è ammutinata, applicando contro i fascisti dei metodi… puramente fascisti. I giornali di Torino che hanno riportato i fatti sono stati soppressi.

A Torino le stesse guardie regie hanno obbligato dei consumatori seduti nei caffè a gridare: “Abbasso Mussolini!”.

L’ordine è stato ristabilito, certo. In attesa dell’organizzazione della milizia nazionale fascista, le camicie nere saranno riunite alla polizia e ai carabinieri per assicurare l’ordine e la moralità pubblica.

Solo che le camicie nere hanno commesso e commettono tali eccessi, che il generale Del Bono, zelante fascista capo della polizia, disconoscendo le loro malefatte e quelle dei suoi propri agenti, ha deciso che i fascisti non dovranno più penetrare in abitazioni private se non accompagnati da funzionari dello Stato.

La criminalità sarò repressa senza esitazione. Alla procedura tradizionale i fascisti sostituiscono qualcosa di più moderno e di più efficace: il delinquente caduto nelle loro mani deve, se tiene all’integrità della sua pelle, far subito complete confessioni…

Recentemente è stato commesso a Roma il sequestro di un bambino, ciò che ha provocato forte emozione. I fascisti arrestarono parecchie persone “sospette” da cui ottennero senza difficoltà confessioni complete. Tutti si riconobbero colpevoli. Ma non s’è trovata traccia del bambino.

Le opinioni dei cittadini devono essere sorvegliate da vicino. A Milano i fascisti hanno deciso di effettuare un censimento politico della popolazione. All’uopo hanno incaricato i loro amici proprietari (la limitazione legale dei fitti è stata abrogata). Ogni proprietario ha ricevuto un questionario riguardante le opinioni politiche dei propri locatori. È una felice trovata.

La censura sulla stampa e sulla corrispondenza, senza esistere ufficialmente, non è per questo meno vigile. Il solo giornale comunista ad uscire ancora in Italia, il Lavoratore di Trieste, aveva pubblicato la pura e semplice verità sugli ammutinamenti delle guardie regie. La polizia insorse e confiscò i numeri stampati del giornale, che comparve con un enorme spazio bianco. Pure così, fece furore. Lo si strappò. Il giorno dopo il prefetto di Trieste convocò il direttore del nostro organo per intimargli di non lasciare mai più spazi bianchi al posto degli articoli censurati. La prossima volta vi metteremo, al posto, qualche buona canzone popolare: ma solo perché noi abbiamo meno immaginazione dei fascisti.

Il fascismo vuole ringiovanire tutto. A cominciare dai quadri dei funzionari. Così, esso rimpiazza con le sue creature i vecchi posti. Vuole instaurare il regime delle competenze. Perciò Mussolini ha “nominato” il deputato Edoardo Torre, farmacista di professione, alto commissario delle ferrovie… e questo Sig. Torre che annuncia volentieri il licenziamento dei ferrovieri rossi, non vuol parlare del deficit delle ferrovie. “Farò – ha dichiarato – le mie considerazioni alla fine del mandato”. Ammirazione generale.

Che dire dei nuovi principi di diritto imposti in Italia? È stata promulgata una amnistia, per tutti i crimini e delitti ispirati da zelo nazionalista. In questo modo i pochi fascisti che l’assassinio o l’incendio avevano mandato in prigione ne sono usciti: possono continuare. Gli operai che hanno osato difendersi contro gli incendiari e gli assassini in camicia nera restano in galera.

Le tipografie dei nostri giornali sono state sistematicamente saccheggiate. I fascisti sono ritornati in una di queste ogni volta che hanno avuto bisogno di qualcosa. Ne hanno asportato tutte le macchine da scirvere. È vero che ci hanno lasciato le chiavi dei locali. Ma, per mettere in salvo i nostri materiali dobbiamo… rubarlo, di notte. È quello che mi ha detto un compagno. “Siamo riusciti a… rubare a noi stessi una seconda compositrice” mi ha detto tutto contento.

A Roma i fascisti hanno incendiato la nostra libreria. Noi eravamo assicurati contro i rischi di incidenti. Ma la società assicuratrice ci ha informato che non poteva considerarci come vittime di incidenti, ma come l’oggetto di una azione rivoluzionaria. Il distinguo è specioso, ma di sicuro perderemo il processo…

I costumi della nuova Italia non sono privi di interesse…