Per la lotta contro l’offensiva fascista (Il comunista, 10 ottobre 1922)

Pubblicato: 2021-11-01 21:38:34

L’intensità delle azioni fasciste in tutto il paese è andata aumentando ed indirizzandosi con maggiore precisione contro le forze del Partito Comunista.

La nostra organizzazione è già largamente preparata a resistere e a lottare anche nelle condizioni più avverse, e per via interna vengono continuamente diramate le opportune istruzioni agli organi locali, nonché assicurato il diretto intervento degli organi centrali del Partito, per l’azione di difesa del nostro movimento e per la risposta ai colpi che vengono portati contro di esso con mezzi analoghi a quelli dell’avversario e con tutti quelli che risultano opportuni e possibili.

Mentre la Centrale provvede con tutte le risorse di cui dispone a questo lavoro, crede anche opportuno dare pubblicamente alcune disposizioni, con il presente comunicato a cui tutti gli organi del Partito devono dare la massima diffusione sia interna che pubblica.

I compagni che sono a capo localmente degli organismi di Partito, nello scatenarsi delle operazioni reazionarie, hanno il dovere di assicurare, a costo di qualunque sacrificio, i collegamenti interni della organizzazione di partito in tutte le branche, e salvo casi di forza maggiore, di non abbandonare i loro posti prima di opportune consegne ad altri compagni debitamente autorizzati a riceverle. Mentre a questo scopo essi devono affrontare qualunque rischio, non sono tenuti a farlo per ragioni di esibizionismo delle loro persone o della loro attività non connesse alle precise esigenze tecniche suddette.

Nelle zone in cui l’offensiva reazionaria non è ancora giunta e nelle pause di questa, ogni sforzo deve essere dedicato all’applicazione delle misure necessarie, secondo le istruzioni già note e ripetutamente ricordate, per assicurare un funzionamento illegale ed una capacità controffensiva della nostra organizzazione, rivolgendosi agli organi centrali ove occorrano aiuti eccezionali di uomini e mezzi, ma tenendo presente che il Partito di norma deve provvedere a questo con le forze locali essendo limitate le disponibilità degli organi centrali.

I compagni che vengono, secondo procedimento ormai ordinario, catturati dai fascisti, sono invitati a firmare o estendere, senza nessuna esitazione, qualunque dichiarazione che venga loro chiesta, senza riguardo della assurdità e stupidità del contenuto. Nello stesso tempo essi si devono astenere da ogni forma di contraddittorio, polemica, discussione, contrattazione con i loro catturatori. In seguito essi, nella loro azione, si uniformeranno solo ed esclusivamente alle disposizioni degli organi di partito, qualunque cosa abbiano fermato.

Avviene che taluni abbonati e rivenditori di giornali comunisti per tema di rappresaglie respingano i giornali. Si avverte e si dispone alle amministrazioni della nostra stampa che in questi casi l’invio dei giornali continuerà senz’altro, lasciandone ricadere le conseguenze su chi avrà lasciato livragare [annullare con violenza – NdR] un suo elementare diritto, dando prova così di scarsa coscienza e coraggio. I buoni compagni, intensificando l’opera propria, saneranno il “deficit” che da un tale provvedimento verrà alla stampa del Partito.

Sono aboliti tutti i vessilli delle organizzazioni legali di partito (sezioni e circoli giovanili). Potranno avere vessilli, di tipo adatto, solo le formazioni del nostro inquadramento militare, che dovranno in ogni caso difenderli con mezzi militari dal cadere nelle mani degli avversari.

A parte le ordinarie misure disciplinari possibili, si avverte che ogni dichiarazione ufficiale che organizzazioni di partito sono disciolte può solamente significare che le organizzazioni in questione seguitano a funzionare in modo illegale.

Il Comitato Esecutivo