Quanto al Nord Ovest italiano

Pubblicato: 2019-02-21 18:27:07

La situazione dei lavoratori della Comital Lamalù di Volpiano (città metropolitana di Torino) ha portato ad un consiglio straordinario in Regione Piemonte, a cui ha partecipato (udite! udite!) il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, il quale ha rassicurato i sindacati tricolori, il presidente della Regione Piemonte Chiamparino e i vari giornalisti del suo personale interessamento a questo vicenda. Leggiamo su La Stampa del 30/10/2018: “E’ l’ultima chance per i lavoratori della Comital Lamalù. L’incontro previsto per domani mattina, 31 ottobre, nella Sala Giunta della Regione con il Ministro per il Lavoro e lo Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, dirà l’ultima parola sulla vicenda delle due aziende di Volpiano […] dichiarate fallite dal tribunale di Ivrea lo scorso mese di giugno, lasciando senza ammortizzatori sociali 130 lavoratori. […] Non è andato a buon fine neppure l’ultimo bando lanciato dai curatori fallimentari, scaduto il 2 ottobre, cha non ha visto il concretizzarsi di nessuna proposta di acquisti. L’incontro con Di Maio è stato richiesto dalla Regione e dai sindacati per verificare se davvero non esiste la possibilità di estendere anche alle aziende in procedura concordata la cassa integrazione straordinaria, reintrodotta invece, per la cessazione aziendale del cosiddetto Decreto Genova; ma che a quanto pare non può essere applicato a Comital Lamalù. […] Da oltre 4 mesi i 130 operai, non percepiscono alcun tipo di reddito: nessun stipendio, nessun ammortizzatore sociale: ‘Siamo ormai allo stremo delle forze’.”

L’esito dell’incontro? Lo leggiamo sempre su La Stampa dell’1/11/2018:

“E’ una boccata d’ossigeno: fondamentale nel presente e nel futuro a medio termine. […] Dodici mesi di cassa integrazione, con decorrenza dallo scorso 29 settembre: è quanto prevede l’emendamento del governo che viene inserito nel Decreto Genova, ormai un grande contenitore nel quale si trova di tutto, per tutelare il reddito dei lavoratori Comital alle prese con un futuro dai contorni ancora indefiniti. Lo ha pronunciato ieri il ministro Luigi Di Maio, arrivato a Torino per annunciare un segnale concreto da parte dell’Esecutivo gialloverde su una vicenda dai contorni sempre più drammatici. In sintesi, l’emendamento in questione permetterà di accedere alla CIG nella speranza che si trovi un investitore disposto a rilevare l’azienda ora affidata al curatore fallimentare. […] Ora si tratta di capire cosa accadrà, su due fronti. Il primo percorso dell’emendamento che prevede la CIG sul quale ha precisato Chiamparino bisognerà vigilare. Il secondo è la capacità di usufruire di 12 mesi di tregua garantiti dall’emendamento al Decreto Genova che dovrà essere attentamente monitorato come tutti i percorsi parlamentari. […] ‘Bisognerà vigilare’, aggiunge Chiamparino: poi bisognerà trovare un investitore interessato. Fino ad allora la partita è aperta”.

Meglio che siano i lavoratori a vigilare!

Ma passiamo a Sua Maestà la FCA. Che, come preventivato alcuni mesi addietro, ha colpito pesantemente con nuova Cassa Integrazione: un anno per 3 mila dipendenti. Vediamo l’articolo apparso su La Stampa del 4/12/2018:

“Parte l’iter per le prime auto elettriche di Fiat Chrysler Automobiles. Il gruppo ha comunicato ai sindacati un anno di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione a Mirafiori, dal 31 dicembre 2018 al 29 dicembre 2019, che servirà ad allestire le linee per la 500 elettrica. La vettura è uno dei fiori all’occhiello del nuovo piano di investimenti di FCA in Italia, pari ad oltre 5 miliardi di euro al 2021. […] La cassa riguarderà circa 3 mila addetti e gli ammortizzatori sociali, oltre che a preparare lo stabilimento per la nuova 500, serviranno alla necessaria formazione dei lavoratori e a fronteggiare il calo delle commesse dell’ultimo periodo dei tre modelli Maserati prodotti a Mirafiori e Grugliasco: Levante, Ghibli e Quattroporte. Intanto, il mercato in Italia a novembre mostra una battuta d’arresto calando del 6,3% a 146.991 immatricolazioni, e del 3,5% negli undici mesi”. Altro che “la crisi è superata”!. La situazione all’interno del gruppo FCA, non pare molto rosea; per i dipendenti si prospettano giorni difficili.

Passano le settimane e si avvicinano… il Natale e Capodanno, periodo di renne, di strenne e di “buoni propositi”… Così, La Stampa del 18/12/2018 dipinge la situazione nell’area intorno a Ivrea, e in particolare alla Comdata, di cui abbiamo scritto anche nel numero scorso di questo giornale:

“Crisi Comdata, gli esuberi salgono a 200 addetti.

“Mentre il ministero dello Sviluppo, per ben due volte rimanda a data da destinarsi il tavolo per affrontare la questione Tim e il grande problema del call center, come dicono ora i sindacati, a Ivrea si affronta il nodo Comdata, multinazionale con sedi in Italia e nel mondo. Il quadro è questo: 1000 contratti a tempo indeterminato, un centinaio di interinali, la commessa Tim destinata a salutare per sempre l’ex città dell’Olivetti, un bilancio che viene fortemente ridimensionato e l’azienda che annuncia non 180, come si pensava fino allo scorso sabato, ma 200 esuberi.

“Così, ieri, sono tornate a sventolare le bandiere dei sindacati sotto Palazzo Uffici, un tempo quartier generale della Olivetti, oggi sede degli uffici Comdata. Oggi c’erano circa 400 persone per dire no alla procedura di solidarietà per un anno e al 60% nei confronti dei 200 lavoratori. Una mazzata sulla busta paga: un tempo pieno lavorerebbe poco più di 15 ore la settimana, un part-time appena 10, con stipendi più che dimezzati. Che cosa chiedono i sindacati? Che si spalmi su più persone o che si riduca il tempo di esposizione alla solidarietà. E che, soprattutto, l’azienda presenti un piano industriale credibile: ‘Siamo lontani da un accordo, prima Comdata ci presenti un piano che garantisca il futuro di Ivrea’, dicono i sindacati.

“Certamente la città perderà la commessa Tim, ma è tutta la situazione a tenere in allarme i sindacati e lavoratori. Il clima è di grande incertezza, neanche le nuove attività da svolgere per clienti come Iliad, Wind pre e post pagato, Eolo e il Polo assicurativo, possono bastare a sciogliere i dubbi e le riserve sulla tenuta occupazionale dell’azienda.

“Al posto di Tim, la notizia è trapelata nelle ultime ore, potrebbe arrivare la commessa Seat, oggi a Livorno (dove invece andrà Tim). Ma sappiamo benissimo che anche questa non naviga in acque tranquille: ‘Quanto potrà durare?’,chiede Elvira Russo, Slc Cgil Torino: ‘Dovremo alzare il livello della battaglia, portarla a livello nazionale’, dicono i sindacati. L’assessore Regionale al Lavoro, Gianna Pentenero, chiede un tavolo urgente al Ministero”.

E la FCA? Sempre da La Stampa del 18/12/2018:

“Dodici mesi di tempo per trovare un compratore. La firma per l’autorizzazione alla cassa integrazione straordinaria, arrivata ieri in Regione dà un po’ d’ossigeno ai 130 lavoratori della Comital e della Lamalù, da sette mesi senza stipendio, finiti in un lungo incubo burocratico e il fallimento delle due imprese dell’alluminio di Volpiano. […] Adesso, finalmente, c’è la prospettiva del sussidio, promesso dal ministro dello Sviluppo Luigi di Maio: il Tribunale di Ivrea ha dato il nulla osta, e ci si attende il via libera di Roma per il 28 dicembre. La misura partirà il 2 gennaio e da quel momento dice l’assessore al Lavoro Gianna Pentenero: la Regione attiverà un percorso di politiche attive per favorire la riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori.

“Certo, il futuro resta un enorme incognita. I curatori fallimentari hanno spiegato che al momento non ci sono dettagli sulla pubblicazione del nuovo bando per la cessione, dopo che l’ultimo è andato deserto. Qualcuno s’è fatto avanti, in particolare imprese straniere, ma nessuna delle manifestazioni d’interesse, al momento, si è concretizzata. Anche perché in questa fase mancano le procure a vendere per gli immobili e gli impianti, un aspetto sul quale i curatori continueranno a lavorare nei prossimi giorni.

“Eppure quello di ieri rappresenta un passo avanti, e permette agli ex addetti di affrontare i giorni di Natale con meno disperazione. Si tratta di un risultato importante e non scontato fino a pochi giorni fa, frutto della determinazione di lavoratori che non hanno mai mollato, neanche nei momenti più difficili. Un risultato per loro ma anche per tutte le realtà che si trovano nella medesima situazione, dicono Federico Bellomo e Julia Vermena della Fiom. Mentre Dario Basso, segretario della Uilm, chiede che questi dodici mesi di tempo siano utilizzati per garantire un futuro industriale alle due aziende e quindi occupazionale per i lavoratori. Sarebbe inaccettabile ritrovarsi tra un anno nella stessa condizione di partenza.”.
Dopo queste due notizie, in cui lo squallore delle organizzazioni sindacali esce allo scoperto in ogni sua forma, nel continuo servire gli interessi del capitale, vi è ben poco da aggiungere. Noi ribadiamo ai lavoratori, a lettere cubitali, che non vi è altra via se non quella di scendere sul terreno della lotta aperta per la difesa delle proprie condizioni di vita e di lavoro. Pena i loro licenziamenti.

Ultim’ora.

La situazione in Comdata si sta facendo sempre più precaria per i lavoratori. Leggiamo su La Stampa del 15/12/ 2018:

Sciopero con assemblea di due ore, lunedi a Ivrea per i lavoratori di Comdata. La decisione delle Rsu sindacali di Cgil, Cisl e Uil è arrivata ieri mattina dopo la convocazione da parte dell’azienda che, lunedi, ha previsto un incontro urgente in Confindustria a Ivrea.

“La motivazione è un confronto sulla situazione generale del sito eporediese- spiegano i sindacati, ma le notizie che trapelano informalmente in queste ultime ore, fanno pensare ad una convocazione per affrontare un problema occupazionale sulla sede di Ivrea. Problema che si andrebbe a porre dopo 19 settimane di fondo integrazione salariale. Le voci non ufficiali parlano di altri 180 esuberi. ‘Siamo fortemente preoccupati per quello che si potrebbe prospettare nuovamente sulla sede di Ivrea’, confermano le Rsu. L’azienda a febbraio non ha rinnovato il contratto a circa 250 lavoratori in somministrazione. Ad agosto invece sono rientrati al lavoro 363 dipendenti, dopo diciannove settimane di cassa integrazione a rotazione utilizzando il fondo di integrazione salariale. Sono poco più di 1000 al momento il lavoratori di Comdata ad Ivrea. Viste le voci Sla Cgili, Fistel Cisl e Uil- com-Uil hanno dichiarato uno sciopero con assemblea dalle 15 alle 17. …” .

Altri licenziamenti? E probabile. La situazione nella zona di Ivrea sta diventando sempre più difficile; lo stesso avviene nell’area torinese, dove FCA annaspa sempre più con tutta una serie di richieste di cassa integrazione per i dipendenti. Non esiste alternativa: o i lavoratori entrano in sciopero ad oltranza e superano le direttive della triplice sindacale, oppure molti di loro si ritroveranno entro poco tempo fuori dalle aziende: licenziati. La crisi del capitale non sembra arrestarsi e a pagarne le conseguenze sono e saranno ancora una volta i lavoratori.

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)