Botte da orbi

Pubblicato: 2017-06-27 16:25:31

L’altro ieri…

Nella prima metà degli anni ’70 del ‘900, l’involuzione di quel curioso moto di modernizzazione borghese che i libri di storia ricordano come “il sessantotto” figliò gruppi e partiti politici che si pensavano di sinistra o addirittura rivoluzionari. Mater semper certa: ma il padre? Certo anch’ egli, e con un’invidiabile genealogia: il riformismo, ovvero la sublime tecnica borghese di tener sottomessa come “classe in sé” (e niente più) la nostra classe proletaria. Nella fattispecie italica, lo stalinismo del P.C.I. nelle sue evoluzioni nazionali ed estere – maoismi e terzomondismi vari – e il cosiddetto antistalinismo di sinistra – trotskismi vari e operaismi, comprese le anime belle indignate e “scioccate” dalle vicende del ‘56 ungherese e cecoslovacco del ’68 – , con quella mitologia terrificante e paralizzante che fu l’antifascismo, nostalgico del partigianesimo in tutte le sue declinazioni mistificate e mistificanti.

Complice l’esuberanza giovanile, ciascuno di questi gruppi (che sognava di essere o voler contribuire a essere l’Autentico Partito Comunista di Massa) si dotò subito di stabili “servizi d’ordine” – nati sicuramente dalla necessità di difendere le manifestazioni dalla amorevole attenzione, particolarmente affettuosa in quegli anni, delle democraticissime “forze dell’ordine” della Repubblica Italiana, ma ben presto utilizzati per ribadire con forza nel corso delle manifestazioni di piazza le proprie “argomentazioni politiche” e vincere una gara in voga allora: la Conquista Della Testa Del Corteo. E giù legnate…

In questa virile arte, si distinsero con alterne fortune di città in città il Movimento Studentesco (poi Movimento dei Lavoratori per il Socialismo), Lotta Continua e Potere Operaio (poi scioltisi nella cosiddetta Autonomia Operaia), Avanguardia Operaia (poi Democrazia Proletaria) e gli autodefiniti Gruppi Leninisti della Sinistra Comunista (Lotta Comunista); squalificato per aver usato le pistole, il gruppo di Stella Rossa. Naturalmente, su tutto vigilava e primeggiava, con poche chiacchiere e ben allenata esperienza, il Servizio d’ Ordine P.C.I.-CGIL.

Nel linguaggio di allora, quello scambio di nerborute opinioni si chiamava “difesa della agibilità politica” o, al contrario, impedimento della medesima al gruppo concorrente, sul quale si riversavano le solite accuse provocatorie: “agenti della borghesia”, “fascisti”, ecc. Come recita il proverbio, “il bue dava del cornuto all’asino”, a turno.

Una partita di cui si discusse molto, a proposito di questo sport popolare, si svolse a Milano nel lontano 1973, e riguardò l’“agibilità politica” della Casa dello Studente. Qui si distinse per particolare abilità e determinazione Lotta Comunista, che non si schiodò di un millimetro dalla suddetta Casa e si conquistò una sinistra fama in fatto di “organizzativismo” (1).

Fama che perdura e si rende evidente nei loro “Primo Maggio”: tutti intruppati a seguire slogan e striscioni altisonanti che coprono una “linea politica” confusa e astratta e una “pratica politica” riassumibile nell’arte di vendere “porta a porta” un giornale inutile, zeppo di statistiche e banalità pseudo-rivoluzionarie, e nel supportare in ogni congresso e luogo la CGIL.

e oggi

Mentre tutti i gruppi di allora hanno concluso la loro parabola sciogliendosi nel mare magnum del parlamentarismo, Lotta Comunista ha continuato la sua vita indipendente, macinando decine di “attivisti” nella vendita ossessiva del giornale omonimo per mantenere un piccolo corpo di funzionari (pomposamente chiamati “rivoluzionari di professione”) che dà vita a un mondo chiuso e autoreferenziale. Niente di nuovo sotto il cielo del disfacimento contemporaneo! I rapporti sociali borghesi creano individui fragili, alcuni dei quali hanno bisogno (e ne diventano preda) di istituzioni rassicuranti e inclusive come le “sette”: Testimoni di Geova, Lotta Comunista, Dianetici, i cosiddetti spartachisti, ecc.: poche idee ma ben confuse, la certezza che “noi” siamo la parte giusta e rapporti che diventano inclusivi ed escludenti; un succedaneo tossico della famiglia, con giustificazioni politiche, religiose…

Chi passa dall’attivismo disperato ed esasperante di Lotta Comunista, contrabbandato per militanza rivoluzionaria, salvo rare eccezioni, senza “passare di grado”, di solito implode e si ritira a “vita privata”, perso per ogni percorso di antagonismo rivoluzionario.

Una decina e più d’anni or sono, però, ci furono alcuni membri di questo gruppo che ne uscirono mantenendo legami e propositi politici tra di loro. Non vogliamo, in questa sede, entrare nel merito del loro tentativo di cercare un orientamento di classe. Quel che c’importa sottolineare è la reazione della “casa madre”. Nessuna critica politica, nessun confronto, ma una reazione organizzativistica e settaria, con creazione di un “cordone sanitario”, isolamento, taglio di ogni rapporto umano e riscoperta dei “favolosi anni ‘70”: impedire l’ agibilità politica, con la riscoperta delle spedizioni del Servizio d’ Ordine. Una prima aggressione risale al 2003, in occasione di una delle prime iniziative pubbliche a Milano di questi elementi raggruppati intorno alla rivista Pagine Marxiste, per finire alla più recente, dell’inizio di febbraio di quest’anno, a Bergamo (2).

Le sette non perdonano gli abbandoni e, più che “intimidire” i fuoriusciti, le spedizioni punitive servono a rafforzare lo “spirito di corpo” degli affiliati, miliziani pronti a eseguire ordini nell’illusione di essere militanti provati nel difendere l’organizzazione.

Le aggredite Pagine Marxiste chiedono solidarietà e stigmatizzazione… e sia. Ma, al di là dell’episodio, in sé penoso, una piccola riflessione è necessaria. La forza violenta dell’ideologia borghese troverà sempre nell’opportunismo, soprattutto quello che si riempie la bocca di frasi di un rivoluzionarismo mal digerito e dell’idealismo praticone di chi confonde i mezzi con i fini, lo strumento più utile per cercare di intimidire e reprimere, quando non riesce a deviarli verso obbiettivi tanto falsi quanto apparentemente vani, quei settori di “movimento” che cercano, “da soli” e senza sforzarsi di capire la storia della lotta di classe, un orientamento rivoluzionario. Oggi, questi episodi sembrano squallide “liti in famiglia”: ma domani potrebbero ripercorrere la carogneria della socialdemocrazia tedesca dell’immediato “primo dopoguerra”, quella dello stalinismo sterminatore dell’Ottobre Rosso, e quella della “Volante Rossa” del partigianesimo italiano, specializzata nell’aggressione dei nostri compagni di allora…

Note

(1) Cfr. “Un esempio di libera e democratica battaglia delle idee”, Il programma comunista, n.10/1973.

(2) Si veda il comunicato diffuso il 13 febbraio 2017: http://www.combat-coc.org/i-gangsters-di-lotta-comunista-in-azione/.

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)