Africa... Africa... in Europa

Pubblicato: 2016-12-06 21:14:02

Lo sgretolamento del Muro di Berlino era stato salutato dai “borghesi” e da tutto il loro esercito di ruffiani come il “sol dell'avvenire” (compreso quello, tanto caro all’opportunismo, che veniva cantato con accompagnamento di fisarmonica). Per costoro, tale sole doveva tornare a brillare con la caduta dell'Urss, ma soprattutto con la caduta del muro, “simbolo della divisione tra i popoli”. Ora, l'emblema non esiste più e la metafora del muro come separazione ha lasciato il posto a un “figurativo” abbraccio planetario: “Vogliamoci bene... tutti”. Poi, il tempo è passato: ben 27 anni ci separano da quella ubriacatura mediatica, fatta di picconi, ruspe e tanta gente che si abbracciava di qua e di là dall'ammasso di sassi e mattoni. E cosa ci resta, oggi, di quella gran festa?

Il “sol dell'avvenire” è sempre coperto da un cielo nuvoloso che non promette bel tempo: sovrasta una terra sempre più divisa tra ricchezza, per pochi, e fame, per molti: milioni di persone abbandonano le proprie terre per raggiungere l'Europa industrializzata, e l'Africa contribuisce non poco a questa migrazione.

Quale soluzione al “problema”? “Elementare, Watson”, direbbe Holmes, e (forse) continuerebbe: “Un muro. Si costruisce un muro per fermare tale flusso”. E così si è fatto. In data 8 settembre 2016, in giro per l’Europa, possiamo contare centinaia e centinaia di chilometri di muro e filo spinato:

Ungheria-Serbia: dopo il primo muro al confine con la Serbia, l'Ungheria ha annunciato una nuova barriera fortificata.

Ungheria-Croazia: la barriera ungherese è stata finita un anno fa.

Ungheria Romania: ad aprile, Budapest ha iniziato a sigillare il confine con la Romania.

Slovenia-Croazia: già un anno fa Lubiana ha costruito una barriera lungo il confine con la Croazia.

Bulgaria-Turchia: la costruzione di un muro per bloccare i flussi migratori provenienti dall'est è incominciata nel 2014.

Estonia-Russia: il via ai lavori è previsto nel 2018.

Macedonia-Grecia: la barriera macedone al confine passa vicino a Idomeni, l'immenso campo profughi greco.

Calais (Francia): il primo tratto di muro è stato completato nel giugno 2015, il nuovo tratto nuovo sarà un suo proseguimento, con un’altezza di quattro metri e una lunghezza di un chilometro.

Ora, quelli che hanno brindato e cantato al crollo del Muro di Berlino, che cosa dicono?

 

L'Africa contribuisce non poco a questa migrazione, dicevamo. La cosa ci riempie di meraviglia: ma come!? esperti e commentatori non cianciavano, fino a poco tempo fa, che l'Africa si stava, lentamente ma decisamente, avviando verso il progresso economico? Oggi, i dati che vengono diffusi parlano di un continente dove il Pil sta frenando in maniera drammatica.

A inizio 2015, l'Economist scommetteva che l'Africa avrebbe continuato a crescere nell'ordine del 5%, come nel 2014; da parte sua, l'Ocse, riconosceva uno sviluppo, per il 2015, del 3,4%, ma pronosticava, per il 2016 e per il 2017, un rilancio; a mettere ordine (?), arrivava poi il Fmi che fissava lo sviluppo per il 2016 al 3% e non si avventurava oltre il 4% per il 2017. Comunque, da qualsiasi parte si guardi il problema, resta la realtà che l'Africa non cresce. E poi c'è da ridere (o piangere, a seconda dei gusti) quando gli ideologi del “benessere capitalista” fondano le loro speranze nell'espansione della “classe media”, con un balzo dei consumi dagli 800 miliardi di dollari nel 2008 a oltre 1400 miliardi entro il 2020: obiettivo che sembra, oggi, alquanto remoto.

In questo scenario, non poteva mancare la finanza con una crescita sproporzionata del settore bancario che ha portato a una valanga di prestiti a imprese mai decollate. Per avere un quadro della situazione economica, riportiamo i dati relativi al PIL dei seguenti stati:

Angola: 2013, al 6,8%; 2014, al 4,8%; 2015, al 3,0%; nel 2016, sarà al 2,5% e nel 2017 al 2,7%.

Mali. 2013, al 2,3%; 2014, al 7,5%; 2015, al 6,1%; nel 2016, sarà al 5,0% e nel 2017 al 5,2%.

Mozambico. 2013, al 7,1%; 2014, al 7,4%; 2015, al 6,3%; nel 2016, sarà al 6,0% e nel 2017 al 6,8%.

Nigeria. 2013, al 5,4%; 2014, al 6,3%; 2015, al 2,7%; nel 2016 sarà del -1,8% e nel 2017 del 1,1%.

Tanzania. 2013, al 7,3%; 2014, al 7,0%; 2015, al 7,0%; nel 2016, sarà del 6,9% e nel 2017 al 6,8%.

Zambia. 2013, al 5,1%; 2014, al 5,0%; 2015, al 3,6%; nel 2016, sarà del 3,4% e nel 2017 al 4,8%.

Non facciamoci mancare niente: aggiungiamo che, entro il 2050, la popolazione africana raddoppierà… Hai voglia a costruire muri!

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)