Crisi e rivoluzione

Pubblicato: 2012-04-26 19:39:20

Può accadere, come succede odiernamente, che il mondo economico e sociale borghese sia sconvolto da formidabili scosse, che danno luogo a violenti contrasti, senza per questo che il partito rivoluzionario abbia possibilità di ingigantire la sua attività, senza che le masse gettate nello sfruttamento più atroce e nella strage fratricida riescano a smascherare gli agenti opportunisti che ne legano le sorti alle contese dell'imperialismo, senza che la controrivoluzione allenti la sua presa di ferro sulla classe dominata, sulle masse dei nullatenenti.

Dicendo: “Esiste una situazione obiettivamente rivoluzionaria, ma è deficiente l'elemento soggettivo della lotta di classe, il partito rivoluzionario”, si sballa in ogni momento del processo storico, un grossolano non senso, un'assurdità patente. È invece vero che in qualunque frangente, anche il più periglioso dell'esistenza della dominazione borghese, anche allorché tutto sembra franare e andare in rovina (la macchina statale, la gerarchia sociale, lo schieramento politico borghese, i sindacati, la macchina propagandistica), la situazione non sarà mai rivoluzionaria, ma sarà a tutti gli effetti controrivoluzionaria, se il partito rivoluzionario di classe sarà deficitario, male sviluppato, teoricamente traballante.

Una situazione di crisi profonda della società borghese è suscettibile di sfociare in un movimento di sovvertimento rivoluzionario, allorché “gli strati superiori non possono vivere alla vecchia maniera, e gli strati inferiori non vogliono vivere alla vecchia maniera” (Lenin, L'estremismo), cioè quando la classe dirigente non riesce più a far funzionare il proprio meccanismo di repressione e di oppressione, e la maggioranza dei lavoratori abbia “pienamente compreso la necessità del rivolgimento”. Ma siffatta coscienza dei lavoratori non può esprimersi che nel partito di classe che in definitiva è il fattore determinante della trasformazione della crisi borghese in catastrofe rivoluzionaria di tutta la società. È necessario dunque affinché la società esca dal marasma in cui è piombata, e che la classe dominante è impotente a sanare, perché impotente a scoprire le nuove forme adatte a scarcerare le forze di produzione e avviarle verso nuovi sviluppi, che esista un organo di pensiero e di azione rivoluzionario collettivo che convogli ed illumini la volontà sovvertitrice delle masse. Il “non voler vivere alla vecchia maniera” delle masse, la volontà di lottare, l'impulso ad agire contro il nemico di classe, presuppongono, nell'ambito dell'avanguardia proletaria chiamata a svolgere la funzione di guida delle masse rivoluzionarie la cristallizzazione di una salda teoria rivoluzionaria. Nel partito la coscienza precede l'azione, contrariamente a quanto accade nelle masse e negli individui.

(da “Attivismo”, Battaglia comunista, nn.6 e 7/1952)

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°02 - 2012)