DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.
Ai margini della manifestazione bolognese di sabato 30/11, indetta dal S.I. Cobas per denunciare il crescendo di repressione giuridico-poliziesca nei confronti dei lavoratori impegnati nelle lotte sindacali e degli attivisti delle lotte sociali, si è verificata una vergognosa aggressione da parte di una dozzina di giovani gravitanti intorno al movimento « Non una di meno » ai danni di un nostro simpatizzante, indegna conclusione di mesi di campagna diffamatoria, con la quale si è trasformato un litigio in accuse di molestie e stolkeraggio, fino ad adombrare la « violenza carnale » ! Nel corso del fattaccio, è stata anche aggredita e malmenata una nostra compagna accorsa per difenderlo.
Leggi tutto...Da giorni, a Santiago e in altre località del Cile, proletari e masse proletarizzate sono scesi in strada e si sono scontrati con le “forze dell'ordine”: un'autentica sommossa – completa di assalti a supermercati – contro il continuo peggioramento delle condizioni di vita. Il potere borghese ha subito riconosciuto il proprio antagonista storico. Nel proclamare lo stato d'emergenza e il coprifuoco e nell'inviare 10mila militari a pattugliare le principali città, il presidente Piñera ha dichiarato infatti che “il Paese” sta vivendo “una guerra” contro “un nemico potente e implacabile che non rispetta nulla e nessuno” (vedi www.corriere.it).
Leggi tutto...Mentre dalla fogna della politica borghese continuano a levarsi miasmi puzzolenti e inquinanti, lo Stato (che del Capitale è servo fedele e braccio armato) non cessa di perseguitare i proletari che non intendono accettare passivamente il bestiale sfruttamento cui sono sottoposti nelle fabbriche, nei magazzini, nei laboratori, nei campi, in tutti i luoghi di lavoro... Negli ultimi anni, le lotte vigorose dei lavoratori della logistica, la punta più avanzata (e in larga maggioranza immigrata) di un movimento operaio diviso e disorientato dalle pratiche opportuniste di sindacati di regime e partiti di finta sinistra, sono state quotidianamente contrastate dall'opera congiunta di magistratura, “forze dell'ordine” e mezzi di disinformazione, che hanno fatto ricorso a tutte le pratiche più vomitevoli pur di calunniare, intimidire, reprimere. Si contano ormai a centinaia le cariche, gli arresti, i fogli di via, i processi e le condanne a pene detentive, nei confronti dei lavoratori.
Leggi tutto...(traccia della relazione che verrà tenuta a Berlino nell’incontro pubblico del 3/2)
Le manifestazioni e i blocchi stradali dei “Gilet gialli”, nati apparentemente dal nulla a novembre dello scorso anno, continuano a caratterizzare ancora gli eventi nelle strade e nelle piazze delle principali città francesi. Scontri tra qualche militante e polizia, così come blocchi di strade, del centro delle città e di singole imprese da parte di centinaia di migliaia di manifestanti, hanno messo in difficoltà il governo francese e le sue “forze dell'ordine” e sono diventati un punto di riferimento per molti di coloro che si dichiarano di sinistra. Nel movimento stesso c'è un miscuglio di posizioni molto divergenti ed inoltre aumentano sempre di più le richieste di partecipazione democratica tramite referendum (RIC – référendum d’initiative citoyenne). Di che cosa si tratta, quindi, quando si parla di “Gilet gialli”?
Leggi tutto...Non ci sorprende l’invio dei cento missili scagliati dalla “coalizione” USA-Gran Bretagna-Francia (previo avviso alla Russia), a bombardare gli stabilimenti chimici siriani. La nostra rabbia cresce per l’incessante massacro di proletari sacrificati in una guerra che non ha fine.
Non c’è oggi, come non c’è mai stato, alcun “intervento umanitario”: si tratta di un ulteriore passo avanti nel posizionamento dei vari contendenti (dagli USA alla Russia, dalla Francia alla Turchia, da Israele all’Iran: e non ci si deve meravigliare se gli “alleati” di ieri diventano gli “avversari” di oggi), in vista di più gravi futuri scontri inter-imperialistici.
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